Il cervello è sempre uguale a se stesso nell’arco della vita? Oppure è in grado di modificarsi e di adattarsi in base alle stimolazioni, interne o esterne, che riceve? E, se si modifica, quali sono i fattori che determinano tali cambiamenti?
Diversamente da quanto si ritenesse fino a qualche decennio fa, il cervello è in grado di modificare le proprie connessioni strutturali tra i suoi miliardi di neuroni, le cosiddette sinapsi, per creare nuovi “percorsi neuronali” che ne semplifichino l’attivazione e ne rendano più efficiente il funzionamento.
In generale, questa straordinaria capacità del cervello di modificare la propria struttura in base all’esperienza e all’ambiente con cui interagisce è detta neuroplasticità o plasticità cerebrale.
Nonostante oggi tale fenomeno sia comunemente accettato dalla comunità scientifica, ci sono ancora moltissimi aspetti da scoprire ed indagare per comprendere come ciò impatti sulla vita quotidiana, ad esempio nell’apprendimento, nel caso di lesioni cerebrali o di deprivazione sensoriale.
Nelle prossime settimane andremo a scoprire come il concetto di neuroplasticità si sia evoluto nel tempo, come si concretizzi a livello neurobiologico e strutturale e quali fenomeni e processi siano causati o possano scaturire da questa particolare abilità nel nostro cervello.
"Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare".
Rita Levi Montalcini
L'articolo del Blog è stato scritto in collaborazione con la Dott.ssa Silvia Bucciarelli – Psicologa, Specialista in Neuropsicologia e Psicoterapia.
Il sito di riferimento dal quale è estrapolato è Mondo NeuroPsi la Neuropsicologia per tutti